venerdì 26 novembre 2010

Da Emanuela



Non conosco “MAZAPECUL”, non l’ho mai visto, ma chi mai poi lo avrà visto?

Porta un nome così strano, dialettale, contadino, forse anche un po’ vecchiotto, certamente superato da ben più moderni e conosciuti Gnomi, Folletti, Elfi, Troll e quant’altri esserini a cui la nostra società tecnologica lascia tuttavia uno spazio di manovra, legato a quel lato infantile e “piccolino” che fortunatamente ancora resiste anche in noi uomini del 3° millennio.

Per caso mi è stato chiesto di farne una riproduzione per i bambini di una scuola materna di Viserba. Arduo compito; dato che come ho specificato, non l’ho mai veduto.

Mi sono documentata ed ho trovato alcune strane interpretazioni del suo buffo aspetto.

Delusa per le sembianze poco accattivanti, assai meno grazioso e simpatico dei suoi “moderni” sostituti.

Perciò assenza totale di ispirazione, ma…. Ecco la fonte d’ispirazione arrivare… inattesa e sconcertante.

Avevo preparato da un po’ di tempo alcuni scatoloni con dei vecchi libri da archiviare, sistemati in casa; cerco aiuto per spostarli, essendo molto pesanti, mio figlio si offre e me li porta in garage.

Lavoro abbastanza faticoso anche per un ragazzo forte ed allenato e quindi lo aiuto anche io nell’ardua impresa.

Ed eccolo il piccolo “MAZAPECUL”, che forse non esiste, che nessuno ha mai visto, ma se lo cerchi…c’è.

La sera tornati a casa, quanta meraviglia e stupore nel vedere, i pesanti scatoloni ritornati in casa come erano e dove erano, prima dello spostamento.

Nessuno li aveva spostati, nessuno ne sapeva nulla, era chiaro…., lampante…., quello era un dispetto, di quell’esserino, spirito beffardo, della casa, richiamato dal nostro cuore.

Non ho visto “MAZAPECUL” ma ora so come è ed ho potuto disegnarlo.


Emanuela per l’Associazione L’Ippocampo Viserba.