domenica 13 giugno 2010

Dall’intervista a Vittorio Corcelli


Di Marzia Mecozzi per L’Ippocampo

“Il Jazz è quella musica che, quando l’ascolti, non puoi fare a meno di muovere i piedi…”

Sabato 12 giugno, all’ora dell’aperitivo, è il famoso Vittorio Corcelli, l’Uomo del Jazz, a presiedere il tavolo della memoria. Della redazione di Ippocampoviserba ci sono Marzia, Maria Cristina, Loredana, Paolo e Nerea con la partecipazione e supervisione del presidente, Pierluigi.
Il luogo è ideale: l’angolo riservato agli eventi culturali del Cafè Matisse di Viserba.
Il caldo estivo toglie il fiato, ma qualche nota, qualche celebre frase dal repertorio swing ci scappa, ogni tanto, ad intonare il ritmo delle chiacchiere in libertà. Lui conduce.
La voce dalla dizione elegante ci riporta agli anni della Publiphono, Polo Nord-Ovest, dagli annunci pubblicitari a quelli dei bambini sperduti (che sembrano quelli dell’isola di Peter Pan e invece sono i piccoli bagnanti dispersi sulla spiaggia affollata).
Qui di seguito, riporto uno stralcio dell’intervista alla quale, nei prossimi giorni, Maria Cristina darà veste definitiva di articolo.

Vittorio è un artista, di quelli veri, che artista ci nascono. Lui è nato a Fano nel 1928, ed è arrivato a Rimini, con la sua famiglia nel 1941 seguendo il lavoro di suo padre che era procuratore delle imposte. A Villa Verucchio, dove la famiglia si era rifugiata in tempo di guerra, conosce il maestro Pazzini, musicista e autore di operette per ragazzi, che organizza il festival canoro per esordienti  dal titolo “L’ora del dilettante”, e si scopre cantante.
Finita la guerra, la voglia di ballare sembrava una febbre contagiosa, la gente aveva voglia di buttarsi alle spalle tutte le brutture che si erano consumate negli ultimi, tristi, anni. Si ballava intere nottate, perché, per via del coprifuoco, entravi in sala alle otto di sera e ci uscivi alle otto del mattino dopo!
“Le mie canzoni si differenziavano da quelle degli stornellatori di allora, di Claudio Villa, di Consolini… - dice Corcelli – Io avevo il mio mito in Natalino Otto, uno swing man di quelli autentici e ne riproponevo il ritmo, l’allegria. In quelle lunghe notti, quando il sonno cominciava a farsi sentire e c’era anche chi dormiva sul tavolo da bigliardo, le mie canzoni riuscivano a tenere tutti svegli…”
Nell’estate del 1946 fu inaugurato a Viserba il Garden Ceschi. “Ero amico di Marcello, figlio del Patron Ceschi, - racconta – Io avevo solo 18 anni, avevo vinto il Festival di Voci Nuove e Mario Latilla, grande personaggio legato al mondo della radio, mi valutò giusto per quel ruolo. Mi proposero 1500 lire a settimana. Mio padre mi diede il permesso, a patto che il signor Ceschi, finita la serata, mi riaccompagnasse a casa…”
L’anno successivo nacque la Villa dei Pini, il locale che rimase sempre un punto di riferimento, a Viserba, della bella società. Il suo ideatore era Gianni Nicolò, uomo ‘della notte’, capace patron di diversi locali alla moda, fra questi anche La Casina del Bosco. “Gianni mi aveva voluto alla Casina del Bosco con l’orchestra di Bruno Martino – ricorda Corcelli – successivamente, ho cantato alla Villa dei Pini per quattro estati, tutte le sere. Era il locale più esclusivo di Viserba, dove venivano organizzate grandi feste dai nomi esotici Notte a Parigi… La Bella Forestiera…”

… Il seguito alla prossima puntata.

2 commenti:

  1. Bellissimo, Marzia. Vittorio mi ha chiamato, il giorno dopo l'intervista, per chiedermi se eravamo stati contenti. Figuriamoci! Ci vorrebbe ogni volta, un tipo come lui. Il mio sogno sarebbe che cantasse una canzone, con la sua meravigliosa voce swing, tutta dedicata a me... Chissà... magari una serata revival in uno dei bellissimi luoghi della Viserba che fu. L'Ippocampo ce la farà!

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  2. Io ho un sogno: la terrazza dell'Hotel Lido che spesso, nelle lunghe passeggiate sulla battigia, osservo dal mare; il nostro piccolo Grand Hotel. Forse a Vittorio non dispiacerà condividere lo stesso sogno. Con lui al microfono.

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