mercoledì 2 marzo 2011

PRIMO MARZO


Pirinela sora i cop,

e fa veida e cul ma tot.


Il primo marzo attendeva da tutti una cerimonia importante dedicata all'inizio del bel tempo. Per scongiurare pericolose scottature,carnagione troppo scura,dannose insolazioni,si doveva mostrare 'e cul ma merz'. L'ora propizia era il primo mattino,al sorgere del sole. Era una cerimonia intima ed era opportuno che il sedere nudo fosse visto solo da marzo. Al mattino presto,i bambini,con risatine soffocate,esigevano di essere soli. Poi spalancavano la finestra,controllavano che nessuno fosse in vista, tiravano giù le braghette, giravano il sederino verso il sole e recitavano la formula magica: 'Marzo cuocimi questo e non cuocermi altro'per tre volte. Poi si tiravano su i calzoni, o tiravano giù le sottane e la cerimonia era finita. C'era però da fare i conti con i fratelli dispettosi che entravano sul più bello facendo loro 'baia'; i più birichini mostravano il sedere facendo mille smorfie e finiva a cuscinatee a capriole. Le mamme provvedevano per i più piccoli perchè anch'essi fossero salvi dai pericoli del solleone. A tavola i bambini guardavano maliziosi i genitori: E voi, avete fatto vedere il sedere a marzo?'   'Sì' 'E dove?'  'Sul tetto'

Sol, sol benedet

tira fora i tre bacchet

un d'or, un d'arzent,

un pè fè vni è bel temp.


Dopo la cerimonia propiziatoria al sole,marzo avanzava nella primavera. Era arruffato, scomposto,capriccioso. Esibiva con noncuranza alberi nudi, sterpi secchi, giunchi scapigliati, foglie fradice sparse ovunque. Lungo la riva del mare detriti scurisegnavano i limiti delle burrasche invernali. Ma c'era qualcosa nell'aria... Un venticello curioso andava a frugare tra stecchi e foglie morte come alla ricerca di un tesoro perduto. Dalla terra esalava un profumo fresco che sapeva di nuovo e di erba. Nelle pozzanghere fangose si specchiava un angolo di celeste. Una coccinella,comparsa chissà dove, zampettava lenta sullo steccato del cortile. sera,un raggio di sole indugiava a lungo sul tetto di casa lasciando premesse di sereno tepore. Sul mare la primavera avanzava. L'acqua diveniva del colore dell'aria e mandava un odore fresco di alghe. Il vento,scherzando con le onde, le ornava di gale bianche che il sole tingeva di rosa. Gli uccelli marini roteavano in cerca di pesci. Sulla riva le barche erano pronte alla toletta primaverile. Aleggiava intorno odore di catrame, di vernice, di fuoco fumoso, di legna umida. Le reti, stese sui cespugli e sulle dune come festoni bruni,emanavano odori salini.  Le nasse accatastate erano pronte all'uso. Bambine pazienti vi inserivano mazzetti di sempreverdi. I bambini saltavano sulla riva giocando con l'acqua gelida. Sciami di pesciolini color terra si tingevano d'oro là dove il sole li raggiungeva. L'acquadella argentea si esibiva tra le alghe in balli coreografici di gruppo. Un martin pescatore si tuffava in un guizzo d'azzurro e smeraldo. Giungeva invece la pioggia.Sottile,insistente si dedicava metodicamente alle pulizie: lavava i tetti,sciaccuava la salsedine dei muri,ravvivava le foglie dei sempreverdi,innaffiava l'orto,irrorava il giardino con delicata determinazione. La terra avidamente beveva,si nutriva dell'acqua gentile che la purificava. L'aria sapeva d'erba nuova. La rena della spiaggia era tutta rivoli e crateri. Cullati dal bruscio della maretta, i gabbiani si affidavano alle onde placide. Il cielo notturno sapeva d'acqua; gli astri sembravano occhi velati di lacrime.

E piov,e piov è zil

aqua ad San Pir,

San Pir è semineva

e tot us bagneva,

sa st'aqua e sa ste vent

dmen u sarà bel temp.


Emanuela Botteghi da 'Un cassetto in fondo al cuore ' di Tecla Botteghi


Per l'Associazione Ippocampo Viserba

1 commento:

  1. ma è meraviglioso, questo racconto! complimenti, complimenti a Tecla!

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