martedì 4 maggio 2010

Viserba -Storia locale-


Viserba – Storia locale –
Fil d’erba (vis herbae) donde Viserba, sembra il toponimo favorito per una denominazione gradevole e meno dura di Abissinia. Fino al 1890, dune, squallore, vegetazione spontanea e, se si escludono poche e malsicure capanne per ricovero di pescatori specialmente dalle burrasche e per deposito di attrezzature marine, era quello che si offriva alla visita della località.
Con l’inizio del secolo, l’ing.bolognese Gianbattista Bavassano s’innamora di quell’angolo e si farà promotore del comitato pro-Viserba e nel lustro successivo, per merito suo, Viserba avrà sensibile sviluppo, specialmente edilizio, per merito anche dei capimastri Sante Polazzi, Francesco Mancini e Graziosi di Santarcangelo.
L’ingegnere Ballerini nel 1908 progetterà la Cappella, ampliata nel 1914 per interessamento dell’architetto Meloncelli. Ma a quella data, nelle ville ai lati mancano piazze, viali articolati, luce elettrica, acqua nelle abitazioni; tuttavia il vantaggio di essere silenziosa, riposante, piena di di fascino per la sua armoniosità e per un mare incantevole, si avvia ad un avvenire promettente.
Il territorio si articola in Viserba a Monte, nata per prima, e Viserba a Mare, piu’ recente. L’abitato è sorto su terreni già redenti dai monaci di San Vitale di Ravenna che bonificarono tutta l’area che da Ravenna giunge fino a Cattolica. Terreni costieri che dopo alterne vicende,sono diventati orti stupendi che alimentarono nel tempo i traffici ed i commerci richiesti per gli ottimi prodotti di quei terreni. Nel corso dei secoli, molti di quei terreni passarono al ricco monastero di San Giuliano e da questi monaci, lotizzati gli appezzamenti, vennero poi affidati a scopo agricolo in orti lussureggianti.
Attorno alla chiesa di Viserba a Monte si enucleo’ l’abitato antico, la residenza cioè degli ortolani e dei pescatori che costituivano la parrocchia di Santa Maria di 747 anime. Popolandosi la costa nei primi anni di questo secolo, dopo di essere delle Celle, la Cappella viene eretta a Parrocchia il 1° Agosto 1925. Viserba è moderna…….nata alla fine del secolo scorso, voluta da cittadini bolognesi per il loro riposo estivo per le sue doti intrinseche, in un breve volgere di anni una miriade di villini singoli, gai e civettuoli sorgeranno rapidamente. ……Frà le industrie di piu’ lontana presenza, tre particolarmente meritano menzione oltre a quelle antichissime della pesca e del commercio marittimo; la brillatura del riso fondata negli anni della seconda metà dell’ottocento dai signori Brisi di Ancona e quindi gestita dal conte Francesco Lovatelli. Quel luogo è noto soprattutto perché ivi si davano convegno cospiratori e patrioti riminesi. Il conte fu esule a Malta, fu carbonaro perseguitato dalle Commissioni speciali, partecipo’ ai moti del 1831 e quindi fu attivo nelle imprese agrarie ed industriali. Nella brillatura si pulivano 483 sacchi di riso e Daniele Serpieri, altra figura di cospiratore, la diresse fino al 1857.
La seconda industria, azionata dall’acqua del molino Viserba, è la fabbrica di corda gestita fin dalla sua fondazione da Antonio Tozzi di Trieste il quale la aprì nel 1871 e diede lavoro ad oltre cento operai. Passata al signor Giuseppe Dossi nel 1908, venne dotata di quattro macchine e di dieci torciti azionati da un motore della potenza di 35 cavalli; produceva piu’ di 200 tonnellate di cordami all’anno.








La terza industria è la Fonte Sacramora , sorgente di acqua minerale ricca di solfati e cloruri, deliziosa acqua da tavola dalle note proprietà terapeutiche.
Il piccolo centro andava tuttavia acquistava sempre piu’ un volto vivace, animato e in via di sviluppo. Fra le prime operazioni si provvide alla perforazione dei pozzi artesiani in numero considerevole. Sul lido nel 1908 si contavano cento villini. Il capomastro Sante Polazzi ed alcuni suoi colleghi costruirono senza posa edifici pubblici e privati. Sorsero così un teatro, sale di conversazione, di lettura e un bar. La via Pantiera è sostituita dalla litoranea. Nel 1889 era sorta la linea ferrovia Rimini-Ravenna-Ferrara-Venezia che sarà un polmone non trascurabile per la giovane stazione balneare. Nel 1900 gli abitanti erano 611 nel 1936 raggiunsero i 3150. Nel 1950 divennero 5123. Negli anni Venti Viserba è una delle piu’ desiderate località di soggiorno estivo. Un elettromobile collegava Rimini a Viserba Monte e a Mare. Nel 1926 si avvertì l’esigenza di ampliamento di alberghi. In quell’anno operavano due hotel, tre alberghi e venti pensioni, si poteva vantare un ufficio di posta , del telegrafo e del telefono (1907)…..
                                              

                                        

(tratti  del libro Viserba…e Viserba.    –G.C.Mengozzi -Luisè editore)
Roberto Drudi per associazione IPPOCAMPO Viserba

3 commenti:

  1. Bellissimo Roberto, prendendo spunto dalla tua nota storica Vi informo che sto preparando un'articolo sulla chiesa di Viserba Mare, storia della sua edificazione e successivamente della edificazione della nuova chiesa in cemento armato, da tanti criticata, frutto di un epoca cementificatoria ancora non abbandonata , dove cercherò di mettere in avidenza gli aspetti positivi (ce ne sono) della sua architettura, più piacevoli rispetto al suo impatto ambientale e sulla modificazione dello skyline di Viserba mare. Ciao ____ Piero

    RispondiElimina
  2. forza e coraggio il sito si riempirà!

    RispondiElimina
  3. Nelle mie lunghe passeggiate, da Rivabella a Torre Pedrera, prima guardavo sempre nella direzione del mare. Adesso, mentre attraverso Viserba, Viserbella, osservo tutte le cose cui prima non avevo fatto attenzione e scopro tante bellezze inaspettate. La bellezza, dicono, è negli occhi e nel cuore di chi guarda e io oggi guardo questo nostro comprensorio viserbese con tutt'altri occhi. Bravissimi ragazzi a più tardi.

    RispondiElimina