domenica 2 maggio 2010

Il lavatoio di Viserba

IL LAVATOIO
Nel 1902 a Viserba furono ricoverati 29 ammalati di pellagra, una malattia da denutrizione e nel 1904 il dott. Magli registrò 13 casi di febbre tifoide a Viserba, 8 nelle immediate vicinanze 5 nella restante superficie fino al Marecchia.
La condotta del dott. Magli copriva  un ampio triangolo di 24 km quadrati di superficie, con un lato al Marecchia ed uno al mare, un angolo verso Rimini, uno a 3 km da Santarcangelo e l’ultino al confine di Bellaria.
Egli notava deficienze di igiene ovunque, eccezion fatta per Viserba , dato che nella zona a mare l’acqua pura zampillava per forza propria da falde profonde invece a Viserba a Monte bisognava estrarla anche talune volte, mediante una pompa perché non aveva la forza di risalire da sola. Ancora poche le case e quasi tutte nuove.
Eppure tutto il terreno era coltivato ad ortaggi ed irrigato anche con urine umane trasportate da un serbatoio di Rimini,ove si usava raccogliere i liquami degli orinatoi pubblici.
Nel restante territorio della condotta gli orti erano rari e non si usava quasi mai la concimazione con urine umane del  serbatoio di Rimini.
Un'altra carenza igienica lamentata in quegli anni era la mancanza di un lavatoio pubblico per cui si sciorinavano i panni nei fossi del territorio della spiaggia e in quello costeggiante la ferrovia.
In seguito fu costruito il lavatoio; era una vasta tettoia di coppi a capriata poggianti su colonne di mattoni sotto cui trovavano posto due file di vasche di graniglia in cemento con abbondante acqua corrente.
All’inizio degli anni ’60 il lavatoio fu demolito lasciando al suo posto il giardinetto pubblico realizzato dal prof. Nazzareno Tognacci, all’angolo tra via Mazzini e via Bologna con al centro una minuscola fontanina a segnare il punto dove c’era il pozzo artesiano che lo alimentava. (n.d.r. oggi chiuso)
                                          

(tratto da Viserba…e Viserba.    –M.P. Luzi -Luisè editore)
Roberto Drudi per ass.IPPOCAMPO

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